Luciano Boccardini

Luciano Boccardini, pittore
Luciano Boccardini

Luciano Boccardini è nato a Roma. Maestro d’arte, dopo essersi formato nell’ambiente romano, vive in Umbria a Pierantonio di Umbertide (dove ha lo studio).

Insofferente verso qualsiasi tipo di rigido ingabbiamento in tendenze e correnti artistiche, ha intrapreso la sua personale via di ricerca artistica che lo ha indotto a proporre, nel corso di più di trent’anni di intensa attività, diverse forme e stili che spaziano dal figurativo all’astratto, attraverso l’iperrealismo e la geometria materica delle forme e dei colori.

Sue opere si trovano presso la Galleria d’arte contemporanea di Madrid, la Galleria d’arte Moderna di Stoccarda, La Modern art Gallery di New York, il museo di arte moderna di Roma, il Museo di arte contemporanea di Mosca.

Segnaliamo inoltre l’esposizione dal titolo  “Yo no busco, yo encuentro”, che si è svolta dal 27/03 al 30/04 del 2009 alla X Biennale dell’Avana a Cuba.

Libri su Luciano Boccardini

  • Luciano Boccardini, 30 anni di pittura: a cura di Luca e Massimo Boccardini, edilmond editore (2006)
  • Il respiro delle cose infinite, Luciano Boccardini: a cura di Antonio Carlo Ponti, Claudio Brancaleoni e Fedora Boco, EFFE Fabrizio Fabbri (2008)
  • Boccardini a tutto tondo, domande e risposte nell’opera di Luciano Boccardini: Enrico Pulsoni, Laura Rorato e Claudio Brancaleoni, aguaplano editore (2010)
  • Luciano Boccardini: a cura della Fondazione Culturale “Luciano Boccardini” (2014)

Ha scritto di lui, fra gli altri, Gabriele Turola (Pittore):
”Si è parlato a proposito delle tele di Boccardini di un Surrealismo astratto dato che in esse predomina una componente onirica, espressa con stilizzazioni e con richiami arabeschi, secondo le regole del gioco di Klee, cioè lasciando spazio alla spontaneità per cui i coloro festosi, le linee, le forme si sbizzarriscono per conto proprio. Il gusto dell’affabulazione spinge il pittore perugino a narrare storie umoristiche per mezzo di cromatismi carnevaleschi in cui si riflettono certe reminescenze del cubismo sintetico.

Come i Papiers Collès erano usati da Picasso per appiattire la realtà e contenerla dentro schemi mentali, puramente pittorici, svincolati da ogni tradizione accademica, così Boccardini si serve di decorativi lambiccati, di colori piatti lucidi, di arzigogoli arabeschi e floreali, di geometrie bizzarre per evocare la dimensione della memoria e dell’inconscio, per recuperare le fantasie vivaci e gustose di quel paradiso perduto che è il mondo dell’infanzia.

Joan Mirò ha scritto: Quello che soprattutto m’interessa è la calligrafia di un albero o delle tegole di un tetto, foglia per foglia, ramo per ramo. Anche Boccardini cerca i particolari di un mondo visto al microscopio, si abbandona a una gestualità che sembra casuale, invece è guidata dai fili dell’inconscio e dall’intento ironico di dar vita a creature burlesche, ad architetture variopinte appartenenti al regno della Fantasia”.